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Quali sono le 5 caratteristiche di un formatore di successo ?

“Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà” Bernardo Di Clairvaux

Per emergere in un contesto molto affollato (e spesso caotico) come quello della formazione occorre valorizzare molto bene le nostre caratteristiche personali e professioanli. Intanto bisogna definre in quale contesto ci stiamo muovendo: parliamo di formatori liberi professioniti che appartengono ad un Network come Len; questi professionisti – free lance – lavorano su due binari paralleli: la preparazione tecnica relativa ai loro contenuti e la loro capacità commerciale di creare nuove opportunità e di fidelizzare i clienti attuali.

Un altro spartiacque è la tipologia di contenuti erogati: siamo formatori in materie tecniche (es. informatica, controllo di gestione, analisi dei dati di vendita) oppure ci muoviamo nell’area dei comportamenti (es. comunicazione interpersonale, tecniche di vendita, gestione dello stress) ?

Se avessi una sola possibilità di risposta direi: la Passione e l’enutisiasmo

Analizzando bene la “fatica” di gestire un processo di apprendimento mi vengono in mente altri 4 punti:

2. La capacità di vendere e presentare la formazione in azienda. Alcune organizzazioni dove sono stato a fare formazione non ci credevano a sufficienza. I ricordi di matrice scolastica sono ancora molto vivi, in più qualcuno tende a confondere la necessità di crescita con l’inadeguatezza a ricoprire un ruolo.

3. Analisi delle esigenze formative unita alla creatività. Da una parte una grande concretezza nel comprendere i bisogni e nel progettare un percorso, dall’altra la fantasia nel trovare nuovi approcci, nuovi metodi. Il cambiare costantemente e la capacità, a volte, di improvvisare in aula di fronte a imprevisti che si trasformano in opportunità.

4. La capcità di creare una relazione con i partecipanti. Per apprendere l’aula deve far cadere le sue resistenze, deve sentirsi in un ambiente protetto dove può esprimersi liberamente. Il formatore deve essere percepito come un punto di riferimento, in ascolto, “accogliente”, non giudicante. Per far questo   m sono molto utili giochi, simulazioni e momenti ludici, il clima diventa così più sereno e perchè no, divertente.

5. La capacità di far applicare quanto visto insieme. Il formatore provoca cambiamenti positivi e duraturi nel partecipante. Questo è il compito più difficile: si vince solo se dall’altra parte c’è la giusta motivazione. Per questo ci vogliono strumenti specifici come: gionate di Follow up, momenti di misurazione, coaching one to one sia telefonico sia dal vivo.

Insoma, il  nostro ruolo come formatori è sempre più complesso: il lavoro prevede sempre di più un prima ed un dopo l’aula, fasi che sono sempre più laboriose, ma fondamentali per ottenere risultati.

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For over 15 years I have been supporting HR Managers and entrepreneurs in designing and implementing training courses that integrate training, facilitation and consultancy in order to create awareness, internal culture and more satisfied organizations.

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Paolo Vallicelli.

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